domenica 26 maggio 2013

venerdì 24 maggio 2013

NON E' NECESSARIO COMMENTARE



Ore 4 della mattina.
Potrei  dire di essere nato in caserma, il ché non é esattamente vero ma quasi.
In caserma suonava la sveglia all'alba, davvero all'alba e  in pochi secondi si doveva  stare in piedi "alla destra del posto branda", svegli, pronti alla "reazione fisica"
Così oggi, diventato  quasi vecchio, e i vecchi spesso dormono meno, quando apro gli occhi sono lucido subito, immediatamente.
Sono le 4 di mattina del giorno 24 maggio, sono trascorsi 35 anni dalla morte di mio padre, che vecchio militare, figlio di militare, scelse di morire il giorno del Piave.
Potrei stare ancora a letto, ma vivrò un eterno riposo, quindi posso mettermi a scrivere.
35 anni or sono  avevo 27 anni, credevo di essere adulto e maturo, persino più di altri, e invece non seppi fare nulla di  veramente adulto.
Mio padre voleva  che fossi presente  alla sua morte perché lui non aveva potuto esserlo, nel 1943, a quella del padre e ciò  gli era stato di peso per il resto della vita .
Penso che avesse ammirato  molto suo padre.
Anche mio padre  era stato ragazzo.
Quando ero bambino mio padre era un monumento,  in divisa, con tre file di medaglie sul petto.
Quando se ne é andato avevo 27 anni.
Quando lui aveva 27 anni stava in guerra comandava una compagnia di altri ragazzi e aveva la responsabilità della loro vita.
Io ho combattuto con lui solo stupide battaglie adolescenziali.
Oggi so che mio padre  era solo un uomo.
Oggi  sono passati 35 anni.
Ricordo tutto di quelle ore, ogni particolare, ogni sensazione, ogni atto mancato, ogni atto vissuto.
Non racconterò altro, l'anima vuole anche  riservatezza e  pudore, non c'é vanto, al più pietas per chi non c'é più e per chi poteva essere altrimenti

domenica 19 maggio 2013

OGGI NON NE HO VOGLIA

Oggi non ho voglia di scrivere post, e non so quando  tornerà la voglia.
Oggi dovrei solo sbisciolare ma non so bene dove sbisciolare;   prima o poi sbisciolerò.
Oggi é domenica,  il ché non è una novità, ho già vissuto diverse centinaia di domeniche.
Oggi devo essere un pò depresso, ma non posso permettermelo.
Oggi sono arrabbiato con l'Imprinting


Imprinting è un termine inglese (prendere forma, e per estensione educazione, formazione originaria) che può avere diversi utilizzi:
  • Imprinting - in etologia e psicologia è la forma di apprendimento di base, che si verifica in un periodo della vita detto periodo critico quando si è predisposti biologicamente a quel tipo di apprendimento. I primi studi sull'imprinting vennero fatti da Konrad Lorenz su delle oche: egli studiò come esse subito dopo la nascita identificano la propria madre nel primo oggetto o persona in movimento che vedono.

Il fatto è che le dannate oche di Lorenz, dopo averlo identificato come madre lo seguivano sempre e ovunque.
Il poveretto deve aver fatto una vita d'inferno dopo l'imprinting, e la moglie peggio


Io tutti i giorni ho a che fare con l'imprinting.

Oggi sono arrabbiato con le Grandi Madri
quelle che incatenano i figli, quelle per le quali i figli dicono alla moglie "poveretta é vecchia bisogna capirla" e in realtà sono incazzatissimi con la madre ma preferiscono perdere la moglie

quelle che  riempiono il frigo dei figli e spostano i soprammobili e prendono i panni da stirare senza dirlo alla nuora

quelle che hanno fatto tutto per il bene dei figli

quelle che dicono ai figli che loro non li volevano ma ormai erano incinta

quelle che poi si dedicano al figlio/a che nasce dopo e emarginano il più grande perché non hanno tempo

quelle che colpevolizzano i figli, ed é sempre colpa del figlio/a

quelle che non osano e incaricano la figlia di rappresentare nel mondo i loro desideri segreti

quelle che scippano l'eros alle figlie e gareggiano in seduzione

Oggi sono arrabbiato con i padri
Quelli meravigliosi che coccolano le figlie, ma le coccolano tanto che le figlie poi non sanno affrontare la vita e  aspettano dormienti che un principe le baci e le svegli

Quelli duri, che credono di irrobustire i figli ed invece scappano dal rapporto affettivo e lasciano i figli/e spaesati alla ricerca di qualcosa che  non trovano e non  sanno dove cercare, e se lo incontrano non si fidano

Quelli "assenti" anche se si sedevano a tavola tutti i giorni, ma guardavano la tv e qualunque cosa facesse o non facesse il figlio/a era  uguale

Quelli che hanno fatto tutto in buona fede dimenticando che la buona fede non é sempre una fede buona

Oggi sono arrabbiato
Ma domani é lunedì e riprenderò in mano gli strumenti per perforare le corazze.......se ci riesco

martedì 7 maggio 2013

MANUALE DI SOPRAVVIVENZA TEMPORANEA



“Se trascorre una settimana senza che nessuno scopra la relazione segreta del coniuge/partner grazie al cellulare inavvertitamente incustodito…è una settimana vuota”


Così a volte ci si diceva quando operavo presso il Consultorio familiare,  cosa che  ho fatto per 12 anni.

Potrei scrivere un manuale di sopravvivenza mi dicevo, magari ne vengo migliaia di copie, poi…….sono pigro, lasciamo che le vite abbiano il loro corso.
La casistica poi cominciava a diventare banale, con rare  eccezioni.
Lui, o lei invariabilmente lasciavano incustodito il cellulare e proprio in quel momento arrivava il messaggino del tipo “amore mio ieri sera è  stato stupendo, quando lo rifacciamo con avvitamento carpiato e triplo salto mortale??”
Ovviamente l’altro leggeva il messaggio anche se non avrebbe dovuto….Garante della privacy ?? se ci sei batti un colpo.

REGOLA DI BASE n°1.  non lasciare mai incustodito il cellulare se avete una tresca clandestina
 sub 1) il nome dell’altro va sempre  mascherato
 sub 2) se chiama e avete vicino il coniuge  dare del LEI e mostratevi scocciati, interrompete in fretta e lamentatevi dell’insistenza di Telecom, wind, la 3 o chi vi pare meglio, nel proporre nuovi contratti.
sub 3) se siete abbastanza paranoici spegnete il cellulare  4-5 km prima di arrivare all’appuntamento cercando di evitare tracce telefoniche da tabulati
REGOLA DI BASE n° 2  codificare rigorosamente gli orari di chiamata del clandestino/a
Sub 1) mai La sera quando siete a casa, mai la mattina  se non siete usciti
Sub 2) mai nell'ora di pranzo se andate a casa,  evitare la domenica - soffrite in silenzio
VIETATISSIMO  lasciare il cellulare in silenzioso durante la notte, il coniuge si alza per andare in bagno e vede il cellulare lampeggiare, legge e siete fritti
COMUNQUE – cancellare sempre, tutto, ovunque, subito, conservare per rileggere e sospirare d'amore può essere letale.
IMPRUDENTE fidare sul codice di blocco tastiera che sapete solo voi, spesso l’altro lo ha sbirciato.

MAIL, FACEBOOK  e affini, pericolosissimi.
Sub 1) il blocco  con password non è affatto garantito, programmi di  disvelamento password sono comuni, la sbirciata pure
Sub 2) cancellare sempre ogni mail, anche la più romantica che vorreste rileggere cento volte
Sub 3) Face si presta a nomi di fantasia con i quali il coniuge sospettoso invia  messaggi al coniuge ingenuo, il quale progressivamente si confida, magari accetta appuntamento segreto e trova appunto il coniuge ad attendere con la prova provata
Sub 4) MAI, E POI MAI  foto con il/la clandestina teneramente abbracciata/o se non peggio, quando decidete di interrompere la relazione  le foto possono finire su Face, in particolare inviate all’ignaro/a

TECNOLOGIA ormai di tutti i tipi alla James Bond
Sub 1)  ho visto un dispositivo che riesce a stampare  tutti i messaggi del cellulare del fedifrago.
Sub 2) Vi viene regalato dal coniuge un nuovo meraviglioso cellulare che  però…..contiene un dispositivo che segnala all’altro/a ogni vostra tel o messaggio, magari con testo.

REGOLA  ASSOLUTA !!!!!  se avete figli, magari adolescenti, e se avete  relazione clandestina applicate in modo ferreo norme di prudenza, se proprio si devono scoprire messaggi hard almeno non siano i figli.

IN OGNI CASO, SE IL VOSTRO INCONSCIO, OVVERO LA  VOSTRA PARTE PROFONDA, VUOLE , OSSIA VOI VOLETE, CHE LA RELAZIONE EMERGA CON TUTTE LE CONSEGUENZE DEL CASO, EMERGERA’, quindi preparatevi, o a fare le valigie, o strisciare ai piedi dell’altro nei secoli futuri o altre  amenità vi venissero in mente.

Anche per questo i bravi mafiosi usano i pizzini, salvo aderire a quanto dice il parroco…fedeltà e basta.

mercoledì 1 maggio 2013

ERANO VOLI IN UN SECOLO LUNGO

Oggi va così,  sarà un momento depressivo ?? sarò che stavo in balcone a guardare  il cielo e ho visto passare un volo di colombi??? sarà che oggi fatico a sbisciolare ???

Il volo di colombi mi spinge a scrivere un post sui  "colombi viaggiatori" tradizione molto emiliana,  diffusa in particolare  tra Reggio e Modena sulla scia delle colombaie degli Estensi e a seguito della prima guerra mondiale quando diversi soldati modenesi gestivano le colombaie militari.

Mio padre era appassionato di colombi viaggiatori, per intenderci quelli con i quali si fanno gare di velocità.
Io sono nato "in mezzo ai colombi", se vedo un colombo vi sò dire anche chi era suo nonno.

Quando parlo di gare vuol dire che decine di colombofili al sabato sera portano i loro  colombi in un punto di raccolta, vengono messi in ceste larghe e portati via treno e camion in località che vanno dai 100/150 km, che per un buon colombo é poco più di un allenamento, fino a 800 km, le cosiddette "gare di fondo" ove si mandano i migliori.
E tornano, come in una gara, a velocità che possono raggiungere i 70 km orari e più a seconda del vento.
Come facciamo a partire da Lecce o Reggio Calabria e centrare un lucernario proprio a Modena nessuno lo sa ancora.
Un anellino di gomma che viene posto al piede prima della partenza e che viene  tolto all'arrivo per essere  introdotto in un apposito  orologio testimonia dell'ora esatta dell'arrivo.
Ma noi di ogni colombo dovevamo  conoscere non solo la forma fisica del momento, ma anche la psicologia.

C'era quello che chiamavamo il "bigio a cronometro"

era un narciso pazzesco, lui era un fulmine nelle gare brevi, a cronometro, quando venivano lanciati uno alla volta (come nelle gare ciclistiche  appunto a cronometro) ha vinto vari primi premi, ma lui nelle gare lunghe non si impegnava, era inutile mandarlo, lui era un narciso, gli piaceva farsi vedere da solo ed essere ammirato, e quando arrivava  faceva un gran confusione per essere notato.

Invece "al galavroun (il calabrone)" - tra colombofili si parlava solo in dialetto - era un trigano scuro
lui era un introverso solitario, un pò musone, silenzioso, ma nelle gare di fondo, oltre i 600 km non lo batteva nessuno.

A me da bambino piacevano i  Munari
quelli a penna rossa, ma difficilmente tra loro si trovavano veri campioni, erano personaggi di media categoria, buoni gregari.
La cosa curiosa della natura é che i munari maschi, fin da piccolissimi hanno piccole  macchioline nere  tra le penne, le femmine mai.

I zarzani, quelli a penna bianca, diffcilmente  erano buoni velocisti, salvo rari casi, e quindi se ne tenevano pochi.
Tra i colombi la penna bianca é più fragile della penna nera, e non chiedetemi perché.
Io ho imparato presto il valore del sesso e la potenza del materno  ben prima di leggere Freud.
Una strategia per aumentare le prestazioni era di fare I VEDOVI, ovvero si prendevano maschi bravi di due anni (un uomo di 25 circa) che avevano già conosciuto le gioie del sesso e della coppia e si toglievano tutte le femmine lasciandoli soli in una comunità di soli maschi. infoiati.
Poco prima di mandarli in gara si facevano vedere, solo vedere, niente sesso, le loro femmine.
Impazzivano ovviamente e li si mandava in gara.
Difficile  che un colombo al "naturale" cioé normalmente accoppiato/sposato, potesse batterli in velocità.
Il premio era far loro rivedere per una decina di minuti la loro femmina, la quale si aspettava anche prestazioni sessuali nonostante fossero stanchi..
Per gareggiare validamente con loro si potevano utilizzare femmine che avevano nel nido un piccolo da accudire, una volta mandate in gara anche loro ritornavano a grande velocità.

CARO FREUD potevi fare il colombofilo, magari ci arrivavi senza tanti studi !!.

Le gare cominciano a Pasqua, le più brevi, e finiscono ad Agosto, le più lunghe, e noi la domenica si andava nell'altana

e si cominciava a scrutare il cielo verso l'ora di possibile arrivo.
Conoscevamo l'ubicazione delle colombaie vicine e quando si vedeva un puntino nel cielo ci si chieda dove "strichèva (stringeva le ali)" e verso quale colombaia si sarebbe diretto.
Se l'arrivo era previsto verso l'ora di pranzo mia madre portava in altana terrine di tagliatelle, rigorosamente fatte a mano, con il ragù.

Era una festa, era la mia gioventù, era un'altro secolo, ora posso sbisciolare tra i ricordi, tenendo pronto un fazzoletto.

Questa mattina guardando il cielo ho visto un volo di colombi