sabato 29 ottobre 2011

8mila?? 15mila?? TEMPI MODERNI

ROMA "quasi 8mila (altre fonti arrivano a 20mila) persone alle 8,30 di mattina si sono riversate come uno sciame di formiche affannate oltre i cancelli della nuova succursale della lussuria elettronica.....la marcia su Roma é iniziata sin dalla sera precedente, un direttore dell'esercizio dice di essere uscito dall'ufficio alle 21 e già c'era una folla impressionante che ha bivaccato all'adiaccio....nel giorno dell'apertura la città ha dovuto mobilitare 250 vigili per tenere a bada i clienti "

TORINO " L'assalto dei 15mila al market bianconero....in migliaia hanno voluto essere presenti all'apertura dei negozi, un evento che ha creato attesa e curiosità....anche se non ha bloccato la tangenziale come a Roma"
.
CORIANO "due moto sull'altare per l'addio a Simoncelli....un gruppo di bambini in tuta con i loro caschi e la loro voglia di correre da grandi....la gente ha cominciato ad arrivare nel paese fin dalle prime ore di ieri, una sfilata interminabile di persone in coda sotto la pioggia"

A proposito, tra le righe.... é morto anche Hillman, uno dei più noti e riconosciuti psicanalisti junghiani.

Di lui ricordo:

Il suicidio e l'anima
Saggio su Pan
Il sogno e il mondo infero
Il codice dell'anima
L'anima del mondo
La forza del carattere
Un terribile amore per la guerra
Il piacere di pensare

Quest'ultimo titolo potrebbe anche essere sconsigliato di questi tempi.

domenica 23 ottobre 2011

CICLISTI

Oggi non volevo scrivere, però é domenica e la domenica si va a prendere il caffé e il giornale con calma.
Oggi ho deciso di andare a prendere il caffé da un amico, due chiacchere di inizio giornata fanno bene.
E quì cominciano i ciclisti complice la bella giornata di sole.
Di ciclisti ce ne sono di vario tipo
INNOCENTI, persino simpatici, sono quei vecchietti o circa che con una bici normale vanno in giro per le ciclabili, lenti come sempre ma con una maglietta della polisportiva o di una società qualunque.
Un misto di normalità con un vezzo domenicale.
Una volta i contadini venivano in città vestiti dalla festa, questi si mettono la maglietta.
FANATICI quelli che di norma sono impiegati (gli operai non ce li vedo a fare i ciclisti domenicali)e si raggruppano in punti stabiliti per una lunga pedalata.
Il fatto é che quelli che arrivano in aticipo e devono aspettare, se hanno preso qualche pasticca per imitare i ciclisti professionisti, devono girare in tondo per cominciare a smaltire e sembrano tante trottole
PREPARATISSSSSIMI quelli che hanno le bici speciali, attrezzatura speciale, casco speciale, magliette speciali, quelli che sono oltre, decisamente oltre
ROMPIBALLE quelli che a gruppi di venti o trenta occupano la sede stradale parlando tra loro e devi evitarli guidando a sinistra all'inglese
MASOCHISTI quelli che con le mountain bike vanno per strada normale e li vedi che devono fare 10 pedalate per fare un metro.
SUICIDARI quelli che hanno la pancia che tocca il manubrio, quelli che durante la settimana mangiano come lupi e poi fanno la pedalata per dimagrire, roba da pazzi, il 118 ha già lavoro a sufficienza
AZIENDALI quelli che hanno la maglietta tutti uguale dell'azienda ma devono mantenere la gerarchia anche in bici, direttore davanti e davanti a lui quello che segnala la buca. A seguire i vice, i ruffiani, quelli che devono fare carriera e quelli che si accontentano anche lì di fare i gregari.
SOLITARI quelli che appunto vanno da soli e pedalano come pazzi per superare sé stessi

Questi ultimi in fondo sono i più simpatici, un giorno li raggiungo alla prima fermata e magari allungo il mio biglietto da visita

infine
HARD sono una minoranza di signorine e giovani signore, gambe muscolose, concentrate, assatanate, con il lato B in assoluta evidenza, in genere hanno diversi fuchi dietro, sono del tipo o mi spompo io o ti spompi tu, splendide

venerdì 21 ottobre 2011

BUONE NOTIZIE Il caso di Maria

Come potete immaginare Maria é un nome di fantasia.

Maria inizia il suo percorso circa due anni addietro, é reduce da un pesante e triste episodio che l'ha messa a durissima prova.
Alle soglie del matrimonio, innamoratissima del suo ragazzo.
Quando iniziava a fare progetti concreti di vita, questi muore improvvisamente colpito da ictus.
Il tutto avviene in sua presenza e lei, coraggiosissima (uso deliberatamente i superlativi) in quel frangente, quando altri avrebbero perso la testa, fa tutto ciò che ha appreso.
Maria infatti si intende di medicina e di pronto soccorso, si comporta come se dovesse soccorrere un estraneo, fa quello che si deve fare, ma il ragazzo letteralmente muore al suo cospetto.
Quando inizio a incontrarla é distrutta, piange, non sa darsi pace, si interroga sul suo operato, vede spezzate di colpo tutte le sue speranze, in un modo così brutale.
Iniziamo a parlarne, a "elaborare il lutto", in questi casi non serve a nulla essere semplicemente consolatorii.
Maria continua a frequentare i genitori di lui che la vedono come una nuora, si appoggiano a lei.
Dobbiamo parlare anche di questo distacco, necessario e difficile.
Riprende rapidamente la sua vita normale, lavora, sono certo che sia brava nel suo lavoro, si impegna, é professionale, gradita alle persone, ma il macigno resta.
Nel tempo comincia a dirsi che dovrebbe continuare la vita, desidera sposarsi e avere bambini, ma non osa prendere in considerazione altri ragazzi, lo considera un tradimento.
Ne parliamo a lungo, inizia a riprendere qualche uscita, conosce un bravo ragazzo, forse troppo statico per lei che é vivace, attiva, spiccia ma anche desiderosa di essere accolta.
La storia finisce presto, il ricordo é ancora molto forte.
Continuiamo a elaborare i sensi di colpa e di solitudine, riesce a staccarsi lentamente e correttamente dalla famiglia del fidanzato defunto.
Comincia a dirsi che anche dalla sua famiglia deve staccarsi, ormai si avvicina ai 30 anni, la proteggono, il padre la tratta molto bene, l'Edipo é ancora ben in funzione, ma deve staccarsi.
Un giorno, mentre ancora si dibatte nei dubbi porta un sogno.
Il ragazzo deceduto appare nel sogno e le dice "io ora sto bene, tu devi andare" e lo dice sorridendo, dolcemente.
Dico a Maria che é fortunata, il suo ragazzo ha avuto il permesso di venirla a trovare da dove é ora (chiamate il luogo come più vi piace)e che deve stare sicura di questa indicazione.
Inizia una nuova fase, dapprima titubante poi sempre più sicura, recupera il sorriso, anche durante la seduta possiamo scherzare e permetterci qualche battuta.
Maria decide di acquistare casa, ne parliamo, a tratti mi sento più consulente finanziario e immobiliare che psicologo, ma mi dico che va bene così, probabilmente Maria ne ha utilità.
Diradiamo le sedute, iniziamo a vederci ogni 15 giorni, Maria ha comprato casa e le spese sono aumentate, ma anche é molto più in grado di camminare da sola.
Una sera conosce casualmente un ragazzo, giovane professionista proveniente dal centro Italia, si piacciono, si innamorano.
Per un momento Maria é ancora titubante, il pensiero di "tradire" fa ancora una volta capolino.
Le ricordo il sogno, cosa vuole di più?? la spingo a viversi la storia.
Dopo poco terminiamo il nostro lavoro e io resto con una curiosità, come andrà a finire questo amore che pare prendere corpo in modo consistente?.
Dopo tre mesi Maria mi telefona e mi dice che andrà a trascorrere una settimana a casa di lui e a conoscere i genitori, famiglia importante del luogo, mi chiede come deve comportarsi lei che viene dalla provincia.
Scherziamo, le dò consigli ironici, suggerimenti burleschi e un pò ruffiani, ride e mi ringrazia.
Passano due mesi e Maria mi telefona, chiede se può passare a salutarmi, deve dirmi delle cose.
Io sono contento di vederla ma anche un pò in apprensione, non saremo tornati indietro ??.
Quando Maria sale le scale vedo occhi che brillano, faccio appena in tempo a salutarla e mi dice "mi sposo, e sono anche incinta".
Na parliamo con molta gioia, hanno deciso date e luoghi del matrimonio, vivono assieme e sono felici.
Maria é una ragazza carina, simpatica, coraggiosa, determinata, affettuosa, sono molto felice per lei, spero di aver contribuito, oggi sono contento del mestiere che faccio.

martedì 18 ottobre 2011

SI PUO'....SI POTREBBE......bello però!!!

Una mattina non qualunque, il primo impegno é alle 10.
Si va a letto la sera precedente con la succulenta domanda: che farò domattina sino alle 10??
L'importante é prepararsi.
Come al solito nulla in TV, moglie fuori casa a cantare con il coro, dunque....a letto alle 21,30 e ampia lettura del libro "IO e DIO" di Vito Mancuso, sana e piacevole lettura.
Mancuso scrive con semplicità e passione, caratteristica rara nei filosofi e teologi.

Questa mattina ho lasciato suonare la sveglia alle solite 6.45 poi...ho spento la sveglia, un piacere sottile, questa mattina si può !!
Si fiuta l'aria pungente dell'alba, come tutte le mattine di un tempo, quando bambini non c'era il riscaldamente centrale e si gode ancora di più il caldino del pannetto.
Non é ancora il caso di accendere il termo, ancora ieri era estate e ci si lamentava dei 30 gradi in ottobre, dunque il termo lo accendo non prima di novembre.
Il freddo faccia quello che vuole io non accendo prima di novembre, probabilmente il 4 novembre, così festeggio la storia patria.

Noi sposati, quei pochi rimasti, quando restiamo a letto felici abbiamo anche l'orsetto, l'oggetto transizionale per dirla in psico, ovvero la moglie.
L'importante é che la moglie non sia troppo magra, tutta piena di ossa che scricchiolano.
L'orsetto é morbido, deve essere morbido per conciliare il primo o l'ultimo sonno.
Non parlatemi di sesso, gli orsetti servono ad altro e le mogli ben addestrate nei vari ruoli hanno un valore.
Alle 8 posso alzarmi, lentamente.... sacre abluzioni e poi onesta e varia colazione.
Alzando gli occhi ho anche visto una signora bionda di fronte a me che subito mi é parso di riconoscere.
Da molte mattine non la vedevo...ma é mia moglie!!!, quella brava signora che ancora mi tollera.
Che piacere! Abbiamo chiacchierato per diverso tempo, così semplicemente.

Poi..ho ancora un'ora libera.
Se il caffé lo prendessimo fuori ?? magari in un bel bar ??
Che roba !! sembra di essere un pensionato, mi manca solo il cane da portare a passeggio.
Beh, per quello c'é tempo, non esageriamo.

lunedì 10 ottobre 2011

MASSAGGIATRICI

Per cominciare bene una settimana intensa occorre un buon massaggio.
Il massaggio per essere efficace deve essere ruvido ma affettuoso.
Il massaggio non deve essere breve, e alla fine devi uscirne soddisfatto.
Per questo vado dalle mie tre amiche che quì si chiamano Alfa, Beta, Omega, e ad esse, si aggiunge il Signor O.
Alfa é uno scricciolino piccolo che ti viene il mal di schiena quando appende le braccia al collo, ma é leggera, quindi la si può sollevare come un bimbo per poter dare un onesto bacio sulla guancia.
Alfa é di un genere generoso, sveglia, sincera, coraggiosa, ottiama cuoca, dal nulla elabora piatti semplici e appetitosi.
Alfa a volte mi ha sedotto di brutto, mi ha chiamato a casa sua " da solo" mi diceva, e poi mi ha fatto provare piaceri che una moglie non riesce a realizzare.
La sua trippa é decisamente notevole, curata, cotta al punto giusto e con tutti gli aromi necessari.
Beta non manca quasi mai in queste serate, fa la dura, poi si molla, ti salta al collo subito poi fa la Rocca di Gibilterra.
Tace, aspetta prima l'offensiva di Omega poi si allea e si vede che é sinceramente contanta.
Beta é decisamente una bella signora, intelligente e coraggios a anche lei ma a noi sposati non ci fila per nulla, meglio così.
Nel durante della serata però corrompe, insidia, porta vassoi di cannoli siciliani che uno basta per tre.
I cannoli sono una difesa ottima quando attaccano il maschio, é sufficiente mettersi in silenzio e rastrellare il vassoio perché loro alzino i volumi ma poi da brave donne rispettano.
Omega é la più scatenata, ottima intelligenza, acuto spirito critico, autentico Caterpillar di sfondamento, in grado di assalire il maschio con impeto.
Fa roteare nell'aria mezzi analitici di buon livello e dialogare con lei ci si sente un toreador che non può tanto contare sulla coglionaggine del toro.
Se la prende frontalmente con il genere maschile e, forse, ne ha un pò invidia, magari lei avrebbe voluto entrare nei Navy Seals, ma é come se ci fosse in servizio permanente.
In fondo peerò é materna, stasera alle 22 si é messa a a cucinare spaghetti per Mister O che è invidiabilmente magro e non riesce a prendere peso.
A quel punto era già passato un Muller bianco, un Moscato e un ultimo bianco del quale non ricordo il nome perché l'importante é che andasse giù.
Già perchè l'amico O se ne sta tranquillo, riflessivo e sorridente, leggero nelle sue osservazioni.
In trincea sotto il fuoco c'ero io.
Il bersaglio grosso, quello da massaggiare sono io, ed in effetti sono tutte imepgnate in questa operazione alla quale non rinuncerei per nulla al mondo.
Stasera sono arrivate alla contestazione 124, poi però Alfa ha raccontato un sogno, lungo, complesso, molto bello e ricco di speranza, il ché ha favorito gli spaghetti e la dissecazione della bottiglia della quale non ricordo il nome.
Insomma si é giocato in punta di fioretto tutta la sera.
Alle 22 e 30 posso ritirarmi, intelligenti e affettuose critiche le ho ricevute, il gusto di vedere le tre in azione l'ho avuto, il piacere di sentirsi vivo pure, la gradevole spalla del Signor O c'é stata, la TV era spenta, il senso di vita forte.
Tutti a casa, domani farò meglio il mio lavoro, almeno spero.

giovedì 6 ottobre 2011

IN FINE vivere sul limite dei tempi

Ho ascoltato Natoli, ho ascoltato il dibattito tra Vattimo e Mancuso, ne ho ascoltati altri, poi......la mia piccola testolina si é ribellata.

Andavo in giro per Torino in bicicletta, che é una roba suicidaria.
A Torino non basta che ci si imbatta in quattro viali che si incrociano, ognuno ha un controviale e quindi devi calcolare 8 strade con un imprecisato numero di semafori che si accendono e si spengono in modo tale che noi provinciali non riusciamo a capire, quindi si va , buttandosi nel traffico recitando il rosario.
poi la città é antica quindi il selciato e fatto di quadratini di porfido, lastroni sconnessi, rotaie del tram.
Quando é asfaltata , l'asfalto é tutto rabberciato con le buchette e i tombini che emergono e si sprofondano a seconda dei lavori di manutenzione effettuati e quindi se arrivi a casa vivo é la prova che l'angelo custode esiste.
Però poi ci si può fermare da Florio, eccelsa gelateria ove é obbligo prendere il gusto gianduia, inenarrabile, sublime.
A Torino trovate ancora mastri cioccolatai che fanno cioccolatini a mano davanti a voi alla faccia del dottor Freud e della fase orale.
Poi arrivi a casa dell'amico che ti ospita e sotto al porticato un piccolo cartello avvisa "edificio controllato con registrazione ciclica"
Ho pensato a cosa si riferisse, ma noi provinciali non capiamo certe cose, da noi non si sono mai viste.
Chiedi e capisci...sostanzialmente significa che se pisci sotto al portico una telecamera ti riprende.
A fianco della casa del mio amico, in piena città, scorre la Dora, Baltea o Riparia non so, in fondo non ha molta importanza.
Quello che importa é che delle buone anitre ci stanno comode dentro e se ne fregano del traffico cittadino.
Alzi lo sguardo e vedi, accanto ai palazzi moderni le case con la balconata lunga e ogni pochi metri la porta di casa, presumibilmente appartamenti piccoli, da operai.
Prima di arrivare alla casa del mio amico c'é un edificio in mattoni rossi, antico, maestoso, ruvido, austero, da inizio secolo, finestre grandi con le sbarre.
E alla porta un curioso cartello blu con la scritta gialla " asilo municipale".
E noi quì in Emilia con gli asili modello, tutto verde, giochi per bambini, spazi "ecologici ed educativi", lì un cortile da officina, che ti ricorda il libro cuore e i bambini tutti in fila.
A Torino sono andato a sedermi al Caffé Torino, dove il caffé magari lo paghi 3 o 4 euro ma le poltrone sono di velluto rosso, e ti sembra che tra un momento arrivi Cavour a sederti al fianco.
Si parla piano, le signore sono anche anziane e vestire come nell'800, i pasticcini piccoli e bellissimi anche alla vista.
Poi trovi non tanto distante il Bar Colonna, ove colonna ricorda qualcosa di meridionale, lì di cornetti industriali ce ne sono due - 2 - alle dieci del mattino, il barista é meridionale e nel bar ci stanno tre uomini con la barba lunga e un vestito consunto.
Se vuoi fumare all'interno nessuno dice nulla.
A Torino devi stare attento perché se a Porta Palazzo, enorme e piena di banchetti alimentari mulietnici e multicolori, un tipo dalla faccia color cioccolato ti chiede che ore é, tu devi rispondere senza guardare l'orologio perché non sai mai se nel frattempo un amico dell'amico ti frega il borsello.
Torino é molto bella.

lunedì 3 ottobre 2011

IN FINE vivere sul limite dei tempi SALVATORE NATOLI

Tento di sintetizzare uno degli incontri del festival Torino Spiritualità

Salvatore Natoli-Insegna filosofia teoretica alla Statale di Milano e Storia delle Idee al S Raffaele di Milano.

Tema del suo incontro "Con il sudore mangerai il pane " (Natoli non si é mai detto credente)

Preso spunto dal testo biblico allorquando Dio maledice dopo il peccato originale, maledice il suolo e dice all'uomo che ne trarrà con il sudore della fronte.
Ma all'inizio Dio ha creato e ha visto che é buono, anche l'uomo é buono, elemento della creazione, intimo con Dio (Adamo passeggiava nel giardino conversando con Dio).
Viene richiamata la tradizione ebraica, Dio gioisce, fa festa con il sabato, la promessa "regge" sino alla colpa.
La colpa provoca la maladizione. la donna partorirà con dolore, l'uomo faticherà, avrà a che fare con la terra, terra come materia, terriccio, polvere.
La terra coltivabile é anche forza, vita, senza mai dimenticare che l'Adam é tratto dalla polvere, elemento di debolezza.
Dunque già nella creazione si contiene l'elemento della vita e della morte, quadro della colpa e quindi della corruzione.
L'uomo scopre la morte.
L'uomo diventa dunque consapevole del limite, o lo accetta o si mette al posto di Dio, cerca l'onnipotenza che lo porterà alla distruzione.
Nella tradizione giudaica l'immortalità entra tardi, l'uomo moriva rifiutando sostanzialmente la morte.
La manipolazione della vita, il differimento della morte erano già presenti come lo sono oggi, la materia appare nemica.
Per vincere l'inimicizia della terra la si deve piegare, per allontanare la morte.
Il lavoro diventa fatica.
Dio fa cose buone, l'uomo dopo il peccato non accetta di essere finito, quindi non si sente più custode della terra ma dominatore.
L'uomo diventa titolare di una decisione, assecondare la natura o violarla.
Anche la morte appare inaccettabile
Il LAVORO, la Bibbia ne parla nei modi più disparati, diventa momento dell'esistenza.
Dovrebbe esserci la felicità dell'opera, del soggetto umano che produce cose buone.
Ma ciò può accadere a condizione di riconoscere nella materia la peculiarità, purché si liberi la bontà presente nelle cose, un modello di ECOLOGIA.
Nel peccato invece si ripresenta l'impossessamento del bene a breve.
La nostra pulsione é il motore, il serpente tenta Eva, ma essa il frutto lo conosce già "è gradito agli occhi" dice la Bibbia.
Dopo il peccato il desiderabile diventa brama, matrice della violenza.
Il desiderio diventa turbamento, é pulsione coattiva.
I greci disponevano del concetto di CONTINENZA che abbiamo spesso interpretato come costrizione del desiderio.
Contenersi é invece da leggersi come TRARSI INDIETRO, tanto quanto basta per vedere il tutto e la sua bontà.
Ma la brama é impellenza, se lo divoriamo non possiamo valorizzarlo nella totalità.
OGGI - occorre ancora ripensare al greco, alla parola PRASSI = da Pragma, attraversare un confine, un movimento che ha una meta, un senso.
Disegnamo i confini camminando, occorre quindi dare alla nostra mobilità un senso, un fine, e una azione, nel fare é meno importante la meta, é importante il far bene o male, ha senso il funzionamento utile.
Dare al fare un senso fecondo, se nò produco qualcosa di insensato, come l'attuale aumento della produzione.
Abbiamo superato un fare schiavizzato, anonimo, ma non siamo più titolari dell'agire, la produzione é ormai inarrestabile e pare necessaria oltre le nostre vere necessità.
Compensiamo con il consumo, che é la pena del lavoro insensato.
Compito del business, della pubblicità, é di iperstimolare il desiderio.
Saremo ancora capaci di avvicinare la dedizione al lavoro? rispettare la qualità?
Nella Bibbia il lavoro é equiparato a un compito, qualcosa di profondo, di servizio.
Riusciremo a pensare al lavoro come reciproco servizio?
Quando nella nostra Costituzione si parla di Repubblica fondata sul lavoro si parla di mettersi reciprocamente al servizio, a disposizione.
Nella socialità il lavoro é bene comune.
Spinoza scrive che nulla é più simile all'uomo di un altro uomo.