domenica 29 aprile 2012

IL CACCIATORE (trattoria) i BORLENGHI e il senso di colpa





Cominciamo dall'inizio.
Oggi é domenica,pioggerella, quindi niente mare come desiderato .
Frustrazione??? per combatterla un gesto regressivo, "fissazione della libido allo stadio Orale" ovvero vado a mangiare Borlenghi alla trattoria del Cacciatore.
Se non siete indigeni inutile che vi spieghi dov'é, vi dico solo che é lì da almeno 40-50 anni e credo da allora sia cambiato ben poco, solamente si é arrugginita l'insegna.
Dei Borlenghi ora vi dico, del dr. Freud a seguire.

1) la trattoria del Cacciatore la conosco da almeno 35 anni, é un pò giù di strada da quando hanno approntato una strada di scorrimento vicina.
Tavoli con telo di plastica a fiorellini, quasi nessun quadro alle pareti, luci biancastre al neon, niente tv - assai lodevole - un ventilatore a soffitto come unica concessione ai tempi moderni.
Stile paesi dell'est ante caduta del muro, il ché in questo mondo rutilante di effetti speciali ci fa solo bene!!!.
Il padrone é un pò sciancato, cammina tutto storto, ma sempre vigile, la giovane cameriera, a occhio una nipote, porta i piatti uno alla volta e con due mani.
Lì si possono vedere quei gruppetti di 3-4 uomini, età media almeno 70 che mangiano assieme, ma mangiano davvero ignorando l'esistenza della glicemia e del colesterolo.

Oggi sono andato per i BORLENGHI, cosa che faccio ogni due anni circa per non suicidarmi.
I Borlenghi si mangiano nella valle del fiume Panaro, da e sopra Vignola.
Non ditemi che si fanno anche da altre parti perché non vale.
Anche la Via Emilia prosegue dopo Piacenza, ma la via Emilia finisce a Piacenza e basta.
Per farli occorre una padella detta SOLE, di circa 50 cm di diametro posta sopra un fuoco basso e diffuso.
Per rendere l'idea tanti anni addietro ne mangiai cotti con un fuoco prodotto da una trentina di candele.

Quindi...non provateci a farli sul fornello di casa perché non ci riuscireste.

Ingredienti acqua, farina, un goccio di latte e, per i ricchi, un uovo.
Si amalgama sino a creare una pastella liquida e se ne sparge un mescolo nella padella preventivamente unta con una cotenna di maiale.
Occorre che chi li prepara sia in grado, al momento del versare la colla liquida, di dare un sapiente e particolare giro alla padella per consentire che si distribuisca uniformemente.
Si crea così una sorta di nevola che cuoce circa 3 minuti per essere poi cosparsa leggermente di lardo, aglio e rosmarino, con abbondante formaggio parmigiano grattugiato.
Si piega in 4 e si mangia, ovviamente con le mani perché é impossibile usare forchetta e coltello, se lo faceste sareste guardati con compatimento.
Il Borlengo é cibo povero ma da compagnia e senza fretta.

l'usanza é che si lasci il piatto vuoto sul tavolo e li si accumulino mano mano che portano i Borlenghi.

Il nome deriva da BURLA e si dice che sia nato durante un assedio del castello di Vignola quando, scarseggiando la farina, si diluì sono ad ottenere questo "cibo per burla"

Con i Borlenghi si mangia in tranquillità, persino silenzio e si raccolgono le briciole con le dita.

Oggi al tavolo a fianco é arrivata una famiglia di gente inaccettabile.
Lui, tipo "quasi giovane persona importante", dopo aver ordinato Borlenghi che evidentemente conosceva solo di nome, ha chiesto del pane!!! Figuraccia orrenda!!.

Mi sono sfogato, ma non chiedete quanti ne ho mangiati, non lo dirò mai.

Davanti all'ultimo, ma il distacco é stato sofferto, mi é corso alla mente "il disagio della civiltà" del caro vecchio Freud, laddove ricorda che il prezzo del progresso si paga con la riduzione della felicità dovuta all'intensificazione del senso di colpa.
Senso di colpa????

A questo punto il Dr. Soffio si é detto " peccare fortemente e pentirsi fortemente" come mi pare abbia detto un tempo Lutero.
Non sono sicuro lo abbia detto Lutero, ma dopo una robusta dose di Borlenghi e un mezzo di Lambrusco non ha più tanta importanza la precisione.

Freud ?? Lutero ?? beh.... a seguire un mezzo toscano (come Sigmund)

mercoledì 25 aprile 2012

domenica 22 aprile 2012

VITA DI QUARTIERE 3) Animali selvatici e non





Ultima puntata, avrei voluto scrivere delle tre coppie di vecchietti che abitano nella casa di fronte, ma ormai parlare di vecchietti é come parlare di domani, quindi stiamo sugli animali che é meglio e ci si può illudere di più.

si tratta di CANI - GATTI - UCCELLI vari

I CANI sono i più seccanti, sono tre, posti a triangolo in tre case contigue, c'é il Vecchio depresso, l'Allegro puer, l'Isterico e comunicano tra loro e questa é la parte peggiore.
Il Vecchio non so bene di che razza sia, direi tipo spinone e vive proprio dietro lo studio.
Dispone di un buon tratto di cortile e di una cuccia di ampie dimensioni, ma soffre di solitudine con conseguente crisi depressiva, il ché lo porta ad ululare per richiamare l'attenzione dei padroni che lo considerano poco.

Curiosa però la vita dei cani che hanno dei "padroni"

Dunque lui ulula, tipo coyote nel deserto ed é abbastanza straziante anche perché continua per un tempo che pare infinito.
Il dirimpettaio é l'Isterico e quindi la coppia funziona poco.
L'Isterico é di taglia piccola, casinista, corre all'interno di un ampio giardino e snobba il Vecchio guardando quasi sempre nella direzione dell'Allegro Puer.
Evidentemente la depressione, anche nei cani non attira transfer.
L'Allegro entra in scena un paio di volte al giorno quando lo portano a fare i bisogni, allora corre da tutte le parti in libertà alla faccia degli altri due.
Ma, mentre il Vecchio depresso lo guarda in silenzio, l'Isterico fa un casino pazzesco con quella tipica abbaiata appunto isterica, tanto che verrebbe voglia di sparargli a pallettoni.
L'Allegro se ne frega, snobba tutti e rientra, poi va in balcone, si fa vedere con il muso di chi dice "io posso e voi no" e l'Isterico ricomincia.

I GATTI, sono due, uno tipo Tartaruga e uno Nero.
Vagano per il quartiere e per ora non sono finiti sotto una macchina, quindi sono abbastanza svegli per essere gatti, ma il loro comportamento é differente.
Quello Tartaruga (per via del mantello a chiazze nere e rossicce) si muove con eleganza, seduttivo, si mostra volentieri, indugia, si infila rapido nelle cancellate per poi ricomparire un poco più avanti.
Il Nero é molto più guardingo, sa di essere un gatto nero, e quindi si vede poco, sfugge facilmente, gira lungo i muri e tende a non attraversare strade se non quando é da solo.
Un gatto nero consapevole della sua potenza demoniaca.

Gli UCCELLI
Sono rappresentati da un Colombo zoppo e da una coppia di Tortore che svolazzano attorno casa.
Il Colombo, un trigano dai remiganti bianchi (cioé grigio scuro con le penne esterne bianche) consapevole o forse emarginato dal suo zoppicare, é sempre da solo, ma a parte il piede, é in buona salute e ancor giovane.
Se la cava onestamente.
Le due Tortore sono le mie preferite, quello che si dice una bella copia, sempre vicine.
Lui é molto protettivo, la lascia mangiare per prima, la segue.
Da qualche giorno vedo solo lui, ma é tempo di nidi e quindi lei starà facendo il suo dovere di madre.
Le Tortore sono un esempio di coppia, sempre fedeli, sempre insieme, non si lasciano mai almeno "finché morte non separi".
Anche Benedetto, come me, sarebbe contento di loro.

mercoledì 18 aprile 2012

VITA DI QUARTIERE 2) Prodotti tipici della Campania








"Prodotti tipici della Campania" si trova a fianco della porta di ingresso dello studio, vende solo prodotti che arrivano come si dice a volte "da giù" e il camion che li porta arriva a Modena due volte la settimana alle 4 di mattina per scaricare.
Il martedì e il giovedì sono i giorni al top, e quando mi capita di avere qualche mezz'ora di intervallo mi piace osservare che accade (ben inteso non alle 4 del mattino)
E quì bisogna essere precisi.
Dalle sette è pronto il muro dei friarielli, circa due metri di cassette che, la sera sono quasi finite.
Ho provato a comprarne e a cucinarli, ma, non essendo un indigeno non li ho trovati così appetibili.
Poi, a seconda delle stagioni, cassette di mele annurca, di lattughe, carciofi, arance e altro.
Lì si vende a casse, ed è visto con sospetto chi come me, le prime volte, chiedevo "un chilo di.."
Però Salvatore, il Capo, ha capito rapidamente che ero uno straniero e mi ha spiegato cosa e come conveniva fare.
All'interno latte varie di peperoni, olive, carni varie un pò alla rinfusa e MERAVIGLIOSE mozzarelle che i maligni vogliono alla diossina ma che sono veramente buone e non apparentemente plastificate una per una come quelle dei supermercati.

Il meglio però é osservare la clientela, i soggetti vari che nei giorni di arrivo del camion piovono come le mosche sul negozio.
La tipologia é varia ma tutti parlano tra loro a voce alta in dialetto.
1) anziani popolari, quelli che ritrovano i sapori del paese, che camminano un pò sbilenchi sulle anche stanche, quelli che comprano quei panoni enormi magnificati come cotti a legna, ritirandosi poi nelle vicine case popolari con due o tre sportine in mano.
2) i personaggi di mezza età, con automobili di media cilindrata, sbrigativi, magari in compagnia dell'anziano che talvolta non scende dalla macchina ma dà indicazioni precise, naturalmente a voce alta
3) quelli che sono diventati ricchi, arrivano con il Suv o auto poderose, quelli che parcheggiano quasi in mezzo di strada, escono e vanno verso il negozio con passo caracollante per acquistare una intera cassetta di mozzarelle che Salvatore porta premurosamente in auto -loro friarielli popolari no.
4) quelli che vengono a fare casino, ovvero comprano poco ma si fermano a chiacchierare con tutti
5) le signore enormi, quelle che si fa prima a saltarle che a girarci attorno, quelle che contrattano sui prezzi e poi chiamano il marito per raccogliere quanto hanno comprato
6) quelli che arrivano con le auto di servizio, la divisa da lavoro, e fanno presto perchè probabilmente dovrebbero essere altrove

Quasi tutti comprano i panoni enormi, quelli che sono stati fuori davanti alla porta la mattina all'alba, in sacchi di carta aperti, alla faccia delle protezioni.
Si sa, quello che non ammazza ingrassa.
La cosa più curiosa sono le montagne di acqua minerale, tutte rigorosamente naturale al massimo Ferrarelle, e quando una volta ho chiesto a Salvatore se aveva della gasata mi ha guardato stupito e mi ha detto che loro non bevono acqua gasata.
E quindi avevo fatto una domanda inopportuna, però Salvatore é largo con gli amici e vicini come me.
Se una volta lui non ha il resto mi fa lo sconto, se una volta chiedo solo una cosa di poco prezzo magari non la fa neppure pagare, e allora io quando pago, talvolta piccoli resti non li voglio.
Con Salvatore una contabilità aperta.

venerdì 13 aprile 2012

VITA DI QUARTIERE 1) La parrucchiera Gisella

Nei momenti liberi mi affaccio talvolta alla finestra dello studio e guardo cosa accade nel pezzetto di quartiere attorno.
Di fronte ho il negozio della Parrucchiera Gisella, uno di quei negozi all'antica, gestito appunto dalla Gisella e dalla sua "lavorante"
La Parrucchiera Gisella non prende appuntamenti, lei ha una età presumibile di almeno 60 anni e gli appuntamenti sono cose da patacchine.
Fuori dal suo negozio c'é una panchina ove, d'estate, le clienti aspettano che apra, e così iniziano a chiaccherare.
Per entrare vale l'ordine di arrivo, età media - medio alta.
Se si butta l'occhio dentro si vede che il negozio é probabilmente un ex garage dove c'é tutto, le poltroncine, il bagno, il tavolino con i rotocalchi di alcuni secoli fa, le piante che pendono dal soffitto e volano con l'asciugacapelli, i raccoglitori per la contabilità, fialette ovunque (il negozio é comunque pulito)
Un tuffo nel passato.
Dalla Parrucchiera Gisella non manca mai la clientela, né mancano le argomentazioni, le quali, vista l'età media, vertono spesso su malattie, annunci di morti, nipoti, nuore maldestre, piatti da cucinare, mariti obsoleti.
L'attualità viene catalizzata da settimanali quali Gente, Oggi o simili, mentre é totalmente snobbato Donna Moderna.
Ho queste notizie certe da una mia emissaria che é andata una tantum dalla Parrucchiera Gisella e, in quanto nuova cliente, é stata trattata dalla Gisella in persona con tanto di interrogatorio per familiarizzare.
Ogni tanto entra qualche giovanotto sulla sessantina minimo e scherza con le ragazze, persino di argomenti "spinti", un revival soprattutto, bei ricorsi che comunque suscitano una buona risposta da parte delle più toste.
Purtroppo non é unisex la Gisella, quindi mi é precluso, peccato, con tanta modernità in giro un pò di immersione nella storia mi sarebbe piaciuto.

martedì 10 aprile 2012

L' EQUAZIONE

Il ritorno dalle giornate pasquali mi lascia un pò così... e allora per reazione, per quel tanto di cinismo che esce dopo le colombe...
Sarà perché non ho mangiato quasi nulla delle uova di Pasqua, sarà perché.....

E poi non so neppure pubblicare un video, quindi posso solo copiare l'indirizzo.

Insomma, come dicono a Firenze...Maremma maiala

http://www.youtube.com/watch?v=xgyVbY3j7pQ

mercoledì 4 aprile 2012

B U O N E G I O R N A T E






se non fosse chiaro....BUONA PASQUA a tutti i miei santi pazienti lettori

domenica 1 aprile 2012

IO COSI' PROPRIO NO!! ovvero Ombra e dintorni

Questo post NON segue quello di Emilio (che pure si presterebbe), ma vuole collegarsi ai precedenti sulla proiezione.

Oggi vi lascio un piccolo-grande suggerimento che, se vorrete sperimentare potrà esservi utile.
Occorre però dire di concetti di analisi del profondo mutuati dal pensiero junghiano.

Concetti di PERSONA e OMBRA
La Persona è, per Jung, intesa secondo l'antico significato attribuito dai greci, ovvero, la maschera che ognuno di noi porta e che viene determinata dal ruolo che occupa all'interno della società.
Si può anche intendere nel senso di ciò che comunemente diciamo di noi a livello sociale.
Ma come esiste l'esteriore esiste l'inconscio che, se lo si vuol accettare, é come ciò che dell'iceberg non si vede perchè sta sotto l'acqua, ma non per questo non esiste.
Alla Persona si contrappone l'Ombra, ovvero, l'inconscio, che instaura con questa un relazione compensatoria, come lo Yin e lo Yang, il bene e il male.
Più grande è la Persona, più ci identifichiamo con essa, più forte sarà l'Ombra.
Sia la Persona, sia l'Ombra, appartengano alle funzioni della psiche, ma mentre la Persona si trova su un piano di realtà, l'Ombra viene collocata su un piano inconscio, il chè la rende difficile da analizzare e da accettare, perché é scomodo ammettere che noi non siamo solo "angeli" ma anche "diavoli".
Nell'Ombra tendiamo, nel corso della crescita, a collocare in genere ciò che riteniamo essere negativo, che ci hanno detto, o da soli abbiamo creduto, che non va bene, non deve essere manifestato.
l'Ombra diventa il crogiuolo di tutti i sentimenti umani che generano senso di colpa, vergogna, dolore, perversione e quant'altro il Super-Io, il nostro aspetto normativo, possa ritenere degno di essere giudicato ed escluso.
In questo modo l'Ombra é relegata alla dimensione inconscia, perché solo se alienata dalla coscienza dà all'uomo la sensazione di una qualche integrità morale e salvaguarda la pulizia dell'Io.
Per conoscere realmente chi si è, dice Jung, bisogna partire dal riconoscere che in sé esiste anche l'Ombra e che tutta l'oscurità che noi riconosciamo intorno a noi, in realtà, vive innanzitutto dentro di noi.
Ma tutto questo, produce un gran quantitativo di resistenza che è difficile smantellare, più tendiamo a mantenere l'Ombra in una dimensione inconscia, più questa cresce, si amplia, diventa vorace e acquista potere.
L'ombra, se rimane isolata dalla totalità minaccia e alimenta ciò che non riusciamo a controllare.
Lo vediamo in comportamenti o espressioni che "sfuggono" o non si spiegano.
Nei sogni troviamo spesso immagini di ombra, che per noi occidentali spesso sono rappresentate da neri, zingari, presunti nemici che ci inseguono, ci minacciano.
E' interessante notare come spesso ci svegliamo dal sogno con la sensazione di paura, ma in realtà, nella trama del sogno questi personaggi non ci fanno male, si limitano ad inseguirci.
Allora dobbiamo chiederci quali aspetti di Ombra vogliono semplicemente entrare in contatto con noi.
Questi aspetti, se ben interpretate e analizzate, possono aiutaci a conoscere la nostra Ombra e ad integrarla nella nostra psiche.
Venire in contatto con l'Ombra significa dare il via ad un processo trasformativo che porta l'essere umano ad individuarsi.

Ma anche persone concrete, con le quali entriamo quotidianamente in relazione possono rappresentare l'Ombra, una Ombra vivente che ci obbliga a confrontarci con caratteristiche che non ci piacciono o che abbiamo tenute lontane dalla nostra vita .
Ad esempio io posso essere soggetto molto rigoroso, molto normativo, posso aver impostato la mia vita alla assoluta serietà, e quando incontro un tipo giocoso, allegro e un pò facilone, allora lo evito, o lo critico, o se é un mio sottoposto nel lavoro, cerco di farlo trasferire altrove ecc.

Passo rapidamente al piccolo grande esercizio che vi suggerisco.

QUANDO UNA PERSONA MI RISULTA SUBITO MOLTO ANTIPATICA, QUANDO SE FOSSE PER ME LA ELIMINEREI SUBITO DALLA SCENA, QUANDO PROVO PER LEI UN FORTE SENSO DI AGGRESSIVITA' O PEGGIO, ALLORA PRENDETE UN FOGLIO DI CARTA E CON CALMA SCRIVETE TUTTO QUELLO CHE DI BRUTTO E ODIOSO PENSATE DI QUELLA PERSONA, ELENCATE MINUZIOSAMENTE TUTTO CIO' CHE DI LEI NON VI GARBA, POI.....POI CERCATE DI DIRVI CHE FORSE QUEGLI ASPETTI CHE AVETE ELENCATO RAPPRESENTANO UN PEZZO DELLA VOSTRA OMBRA, CHE ANCHE VOI POTENZIALMENTE SIETE COME QUELLA PERSONA, CHE SENZA ACCORGERVENE POTETE METTERE IN ATTO QUELLE ODIOSE CARATTERISTICHE

tale operazione é scomoda, ma se compiuta onestamente fa vivere meglio, con sé stessi e con gli altri.