lunedì 19 aprile 2010

noi due, una coppia



In questi due incontri parliamo del fenomeno, oggi assai visibile, della coppia che si forma ma che porta con sé i germi della difficoltà se non della dissoluzione. In particolare parliamo della manifestazione che chiemerò del PUER relativamente al maschio e della PUELLA relativamente alla femmina. Ciò significa toccare le manifestazioni degli archetipi materni e paterni e del loro agire verso i figli. In sintesi si parla di Puer quando l'uomo, non importa l'età, resta troppo a lungo nei limiti della psicologia adolescenziale e quindi dipendente dalla madre. Ciò significa che può comunque sposarsi ma la moglie avrà presto il dubbio e si chiederà quanto l'uomo che sposato é suo marito e il figlio della madre. Se il puer manifesta inoltre una salda componente narcisistica, sempre possibile se la madre lo ha sollecitato in tal senso, la moglie scoprirà un uomo manipolatore, anche seduttivo ma povero di vero sentimento, sempre pronto a nuovi progetti e a possibili abbandoni. Un diverso, e apparentemente contrario aspetto del puer, é la scarsa verve, il tipo sonnolento, magari vivace nella fantasia ma non nella pratica. Per esemplificare in modo macro, quel puer é l'uomo che la scia le chivi della casa coniugale alla madre, la quale non si fa scrupolo di penetrarvi e di decidere anche in modo contrario alla moglie le piccole cose quotidiane. E' l'uomo che di fronte alle rimostranze della moglie non sa spalleggiarla e continua a giustificare la madre. Quanto alla Puella, le sfaccettature sono tante, ma tutte sottendono la ferita col paddre nel processo evolutivo. In questo caso la "trappola" per l'uomo che sposa può essere più sottile giacché, e voglio semplicemente esemplificare, possiamo trovare tra esse il modello della "bambola adorabile", che si offre come contenitore di ciò che l'uomo vuole porvi, o la "ragazza di vetro" timida e fragile, che sollecita la protezione tanto gradita acerti uomini che così si sentono importanti e utili. Possiamo incontrare il modello "avventuriera", tutta istinto, vivacità, esuberante, attraente per l'uomo che vede in lei una possibilità oltre i consueti limiti. Tutte però manifestano, a ben vedere, una componente di debolezza se non di depressione, che prima o poi emerge in modo evidente minando il rapporto. Come uscirne? Io credo che la terapia di coppia abbia certamente un valore, ma sono anche molto convinto che la strada della terapia e dell'analisi personale sia la sola che possa aiutare il riconoscimento delle proprie componenti "malsane" e possa accompagnare la persona in un cammino di autenticità e individuazione in grado di sanare ciò che crea difficoltà personali e di coppia.

1 commento:

Dea Silenziosa ha detto...

Buondì! Come mi interessano post come questi, sulla coppia.
Ho terrore dell'uomo succube di qualcuno, intendo, nella fattispecie, se si tratta del mio uomo.
E purtroppo ho vissuto (sto vivendo?) una brutta esperienza analoga, con lui che s'è mostrato estremamente prono non alla madre, in questo caso (ma non si sa mai, questo dovrei ancora appurarlo), bensì nei confronti di un'amica che per anni ha tenuto su un piedistallo, senza accorgersi di quanto fosse cattiva e senza vedere alcun suo difetto (e sì che ne è piena).
Sono di quelle 'femmine' che necessitano protezione, ma non nel senso che sono di vetro, non in senso negativo: ho appunto l'esigenza che il mio uomo mi spalleggi e sia dalla mia parte, specie se ho ragione...
Nel mio blog-sfogatoio a volte mi scappa qualche sfogo sulla nostra situazione... io nono sono affatto serena e ho paura di come si comporterà in futuro, visto che si parlava di stare insieme per la vita.
Lui s'è comportato in un modo che io non riesco a perdonare o dimenticare -perché lui non ha fatto nulla per farsi perdonare e recuperare la mia fiducia, che ha completamente perso.. Siamo stati da una psicoterapeuta proprio da poco, per farci orientare un po'...