Bene, anche quest'anno ci siamo riusciti.
Vigilia e Natale, incontri previsti, piatti tipici, fin troppo, come previsto.
Mai una volta che si riesca a servire una insalatina che ci farebbe stare tutti meglio.
E poi va bene così, un tempo si giocava anche a tombola (ho sempre odiato giocare a tombola per più di 15 minuti) sino a sera, tutti un pò frastornati, fino a quando, verso l'ora di cena, la donna di casa cominciava a dire "ci sono gli avanzi da finire..." e tutti gli altri "noooo siamo pieni.."
Poi comunque si mangiava sempre qualcosa.
Nel frattempo i più contestatori disertavano la tombola ed erano usciti un paio d'ore per una passeggiata in grado di aiutare la digestione, ma anche loro rientravano.
Le donne no, non osavano tanto con tutto quanto c'era da rigovernare.
Gli uomini adulti e seri avevano la cravatta slacciata da tempo e a me sembrava sempre assurdo che si mettessero giacca e cravatta da giorno della festa, per poi sentirsi ingabbiati dopo il primo piatto di tortellini.
Una cosa che doveva essere accaduta, sempre, dogmaticamente, era un micro insuccesso in qualcosa da mangiare, il brodo non era perfetto, l'impasto dei tortellini non era venuto proprio come si voleva oppure i tortelli si erano cotti troppo ecc.
Quindi io prima di togliermi il cappotto, appena entrato chiedevo subito "cosa c'é che non va quest'anno ??" e la cosa bella era che la capo cuoca ci cadeva sempre e lamentava qualcosa.
Poi crescendo avevo una scusa ottima, verso le 16 aizzavo mia figlia per andare al cinema e, pur costernato dovevo accompagnarla evitando le mangiate serali.
Eppure un giorno pagheremmo cifre significative per vivere ancora una giornata così.
sabato 25 dicembre 2010
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
1 commento:
IO pagherei unas cifra per aver vissuto (o poter vivere un giorno) almeno un natale così.
Per superare il trauma della estività, da qualche anno mi rifugio in montagna, assieme a un gruppo di occasionali amici. E' quanto ho di più vicino a una festa.
Posta un commento