martedì 26 luglio 2011

NE RESTANO 16

Come scrive la Bibbia "voi non sapete né il giorno né l'ora" quindi non resta che la statistica, secondo la quale mi restano 16 anni di vita media.
Se mi va bene di più, ma se mi va male meno.
C'é da sperare di pareggiare e stare in media.
In questo caso il nipote arriverebbe a 22 anni, buona cosa, potrà ricordarsi di suo nonno.
Quando ascolto racconti delle persone che incontro, chiedo inevitabilmente della famiglia di origine, e qundo nominano i nonni chiedo sempre se e come li ricordano.
Mi commuove a volte il come vengono ricordati anche se le parole utilizzate sono poche, brevi.
Quanta emozione, quanti sentimenti, quante azioni, quanti episodi, e quanto poco diciamo per ricordarli.
Una volta mi sono cimentato a scrivere, solo per me, gli episodi e le persone che ricordavo della mia prima infanzia, e ne é nata una traccia assai scarna.
Ho dovuto constatare quanto poco ricordiamo.
16 anni possibili....come utilizzarli?.
L'unica cosa che penso veramente é che il modo migliore non é di viaggiare, divertirsi, fare i pensionati che passeggiano in città o svernano due mesi in luoghi salubri, quanto dedicarsi alle poche persone di famiglia e alle più numerose persone che seguo per lavoro.
Mi colpì una considerazione del mio vecchio analista che un giorno mi disse "in fondo lei é fatto per aiutare gli altri".
A volte però emergono prepotentemente idee in libertà, idee scure, portatrici di rivendicazioni, di desideri non esauditi e ormai inesaudibili, di gesti o azioni possibili e non fatte.
Occorre contrastare subito, vedere la realtà, quello che si ha, dirsi che ogni scelta implica una rinuncia e si é rinunciato a qualcosa che avere l'oggi. ed é un oggi che abbiamo consapevolmente o meno voluto e che dunque ci corrisponde.
Mi é capitato, ai funerali, quando si va a visitare la camera ardente, di pensare un attimo a come sarà la mia, a cosa diranno o faranno i presenti.
In quei momenti ho fantasticato di riavermi, resuscitare e dire a tutti "bene, per la prima volta abbiamo visto come é andata e abbiamo fatto anche errori, ora ci viviamo la seconda vita tenendone conto".
Ormai alla mia età quasi tutti quelli che ho conosciuto da ragazzo se ne sono andati, a volte penso a qualcuno di loro per i più svariati motivi, a ciò che ho visto a come vivevano.
A volte penso a chi se ne é andato con grande forza e dignità e non so se sarò capace anch'io.
A volte penso agli amici, gente preziosa, e penso che un giorno le tavolate saranno meno numerose, eppure avremo il dovere di ricordare con grande consapevolezza.
Penso ai miei genitori, quanto poco o quanto in ritardo ho cercato di conoscerli, quanto le turbe dell'adolescenza hanno impedito un onesto rapporto, alla impressione che mi fece vederli stesi sul marmo.
Anni sono stati necessari per ristabilire il tutto.
Penso a mia moglie che, scommetterei, mi sopravviverà a lungo, che farà ??.
A volte penso a mio nipote, come sarà a 50 o 60 anni ?? si ricorderà del nonno quando anche lui sarà nonno ??
L'altro giorno mi ha detto "sai nonno, quando sarò nonno anch'io giocheremo io e te assieme con i miei nipoti" ma mentre lo diceva mi é parso di cogliere un leggero dubbio negli occhi.
Ho ascoltato più volte nei sogni delle persone che vedo l'incontro con la morte, in alcuni pochi casi ho ascoltato l'inconscio che annunciava la morte.
Spero che questo privilegio tocchi anche a me, che mi lasci il tempo dell'ultima azione immortale e presuntuosa di organizzare qualcosa con dignità.

Non siate tristi però, statisticamente ho ancora 16 anni.

17 commenti:

iriselibellule@gmail.com ha detto...

Ogni tanto vengono questi pensieri, non te lo devo dire io , che te lo fai di mestiere . Un pittore , a cui avevo detto che uno dei suoi quadri era molto triste, mi disse che rappresentava la morte , il nulla ,l'abbandono, e poi disse "E' il nostro lavoro." Brutto coglione, semmai il lavoro di tutti, aver a che fare con questi pensieri , come lo scorso anno che morì il mio suocero , ora tocca al babbo di un mio amico ,e lui scopre che queste cose ti mettono in crisi, in contatto con temi eterni, la malattia, la sofferenza , la fine, la mente che svanisce, noi che sopportiamo con difficoltà , che vediamo la loro e la nostra paura , tutto così reale che la realtà sembra finta, io non riconoscevo , davvero, il mondo intorno a me. I buddisti parlano dell'impermanenza , fra cento anni tutte le persone sulla terra saranno altre persone , nessuno ricorderà quelli che sono stati, se non in rari casi, artisti , santi, politici , e più spesso comuni malfattori che si ricordano per il male che hanno fatto. Tuttavia, pensata la prima volta, questa realtà è accettabile , la vita resta misteriosa e molte volte bellissima.

rosso vermiglio ha detto...

io preferirei non sapere dell'ora X. Quando succederà voglio non esserci :)

Unknown ha detto...

:-)

blandina ha detto...

Grazie per il tuo passaggio ed il gentile commento. Leggo il tuo ultimo post e una volta di più mi stupisco di trovare casualmente proprio le parole che avevo bisogno di sentire e cioè che le scelte del passato hanno portato sì a rinunce, ma anche al mio oggi, che riflette la persona che sono. Uno spunto di meditazione per me...
Incidentalmente, mia nonna era di Modena!

Elisena Migiani ha detto...

Ke importa se mancano 16 anni o 16 secondi....E' il nostro presente ciò che conta. La qualità del nostro tempo e non la quantità.
Per me la morte è il premio della vita, giusta o sbagliata, non la temo. Temo il dolore, quello sì, ma la Signora in nero non mi fa paura. In quanto ai ricordi loro vivranno finchè anche un nostro solo gesto o una frase si presenterà come "fantasma", riportando un sorriso o una bestemmia tra chi ci ha amato ed odiato!
E poi...noi tu sei solo diversamente giovane no? Non fare sti discorsi....l'immortalità te la sei guadagnato nel tuo DNA....una parte di te sarà trasmessa fino all'eternità!
Buona vita!
Elisena

TeZ ha detto...

Sai, io non credo si ricordi poco, piuttosto penso si ricordi in modo assai selettivo.
Io ho ricordi "tridimensionali", a loro modo perfetti, anche di avvenimenti remoti dell'infanzia.
E così come si selezionano i ricordi in generale, così si selezionano anche i ricordi degli affetti: guarda ad esempio me, che ho avuto la mia nonna più cara viva solo fino ai miei sei anni. Su di lei ho scritto un post, un paio di anni fa, e pensavo proprio di ripubblicarlo.
Le persone importanti rimangono per sempre, anche se "ci toccano" per un breve istante.
Forse tuo nipote si è visto nonno "alla tua maniera", una maniera che gli piace e che ha già dentro.
Ciao, G

Sara ha detto...

Belle riflessioni!
Quante volte ci ho pensato e ci penso!
Mi son posta una regola che fino ad ora ho rispettato: quella di chiudere sempre i cerchie non lasciare nulla in sospeso. Pensa che io e il Tomo abbiamo una regola; quando si litiga nessuno esce di casa. Immagina se le ultime parole che gli ho detto è stronzo e gli succede qualcosa.. non riuscirei a sopravvivere pensando che quelle sono state le ultime parole per lui!Sarebbe un sospeso troppo pesante da portare!

Pensa che proprio oggi mi chiedevo come una persona si senta quando gli dicono che deve morire entro l'anno... Cosa farei io? bella domanda...
Mi piacciono sempre di più i tuoi post.. grazie!

Felinità ha detto...

Passo contraccambiando il saluto.
Scrivi moltissimo, devo tornare per leggere con calma, queste riflessioni sono tristi ma inevitabili ogni giorno della nostra vita, anzi credo ci possano aiutare a vivere al meglio pensando che prima o poi finirà.
Ma intanto sfriuttiamo questi 16 eh ? miaooo

Soffio ha detto...

molto forti, molto vivi questi vostri commenti, le vostre "pance" passano atraverso il web, buona cosa, buona vita, e ciò vale anche per quelli che si aggiungeranno

Rita Baccaro ha detto...

"Sei fatto per aiutare gli altri"... quale vocazione migliore nella vita!! Già leggerti aiuta molto: a riflettere, a sorridere, a conoscere...

FOrse a me ne mancheranno molti di più di 16 anni... ma avendo sostenuto una tesi in statistica non credo affatto a questi dati presi per i singoli casi e quindi mi unisco alla tua riflessione. ti dirò che spesso mi sono confrontata con l'idea e l'esperienza della morte. Secondo te: Ci dispiace più di interrompere questa meravigliosa avventura o che di essa non rimangano più tracce del nostro passaggio?
Perchè se proponediamo per la seconda opzione, allora sfruttiamo il tempo che ci rimane per rendere la nostra vita indimenticabile almeno a chi ci ama e amiamo!
ciao

Sandra M. ha detto...

Mi sforzo di non pensarci ma certi giorni è più difficile.E mi si chiude un po' la gola.
Spero di raggiungere la saggia tranquillità della mia nonna che, quando salutandola le dicevo"ci vediamo domani", mi rispondeva sempre "vluntéra, s'agh suun incàra!".
Sandra

Black&WhiteAccademy ha detto...

...da quando ho compiuto i quaranta, l'idea della morte mi sfiora spesso e devo dire ne ho paura, paura di come sarà, ma quello che mi spaventa di più è la consapevolezza che non tornerò più...bene o male adoro vivere...quindi cerco di vivere ogni attimo il più intensamente possibile, dedicandomi a mio figlio, alle persone che amo e inevitabilmente, per indole, aiutare le persone che hanno bisogno...sono un pò come te, sono nata per aiutare gli altri...speriamo che questo mi spalanchi le porte del paradiso!!!

mi piace come scrivi e quello che esprimi...

un abbraccio...

Adriano Maini ha detto...

Ma viviamoli intensamente, no?

Krilù ha detto...

Che strano... paradossalmente questo genere di pensieri mi era più abituale quando ero giovane.
Ero convinta che non avrei raggiunto la maggiore età e quando festeggiai il mio 21° compleanno quasi quasi ci rimasi male.
Ora non so, statisticamente, quanti anni di vita ancora mi spettino, ma considerata la strabiliante velocità con cui scorre il tempo quando non si è più giovani, saranno sempre troppo pochi.

nonno enio ha detto...

l'importante se accade di incontrare la morte è non avere rimpianti.

Amaranta ha detto...

Io sono una di quelli che aspira all'immortalità.
Più la vita mi prende a calci, più io aspiro a diventare una stella.
Non quelle stelle che vedi solo di notte ma quelle, la cui luce, la capti, nonostante il sole.
Più gli anni passano, più mi avvicino alla vecchiaia, più sento dentro di me forte l'impulso di quella luce: l'immortalità.
Così scrivo in un blog e, chissà, forse un giorno qualcuno incimpando nelle mie righe dirà: la signora sapeva il fatto suo. Rivalutiamola.
Ho paura delle brutte malattie, (ma puoi, in questo caso illuderti, che ci sia sempre una speranza) ancor di più della vecchiaia (e su quella non c'è rimedio nonostante tutte le strategie che vuoi mettere in campo, puoi solo leggermente arginarla) ma, soprattutto, della morte (e con lei davvero non c'è nulla da fare).
Per questo miro all'immortalità.
Per questo parlo molto di me.
E di questo ti chiedo scusa, ma l'argomento mi ha appassionato e tu......bè, si vede che ne capisci :)
Buona giornata
E a presto
Marilena

Sara ha detto...

ps. passa da da me che c'è un pensiero per te!
:-)